Storico italiano.
Allievo di Renzo De Felice.
Nella sua prima monografia, ha analizzato il ruolo della rivista La Voce nel panorama culturale e politico dell’età giolittiana (La Voce e l’età giolittiana, 1972). Successivamente si è dedicato alla nascita dell’ideologia fascista (Le origini dell’ideologia fascista, 1975) e alla figura di Mussolini (Mussolini e La Voce, 1976).
Nel corso degli anni Gentile si è specializzato sul periodo del fascismo, dando alle stampe un buon numero di saggi su modernità, nazione, totalitarismi (ricordiamo almeno Il mito dello Stato nuovo, 1982, e Le religioni della politica, 2001).
È stato insignito del premio Hans Sigrist dall’Università di Berna (2003) e (sulla scia del suo Italiani senza padri del 2011) dell’onorificenza Renato Benedetto Fabrizi dall’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia (2012).
Del 2014 è Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo. Storia illustrata della grande guerra. Nel 2020 esce per Garzanti Quando Mussolini non era il duce.
Oggi Gentile è considerato (anche a livello internazionale) fra i massimi storici italiani del fascismo.
È docente di Storia Contemporanea presso l'università La Sapienza di Roma.